Il potere del silenzio by Carlos Castaneda

Il potere del silenzio by Carlos Castaneda

autore:Carlos Castaneda [CASTANEDA, CARLOS]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-03-25T12:14:43+00:00


Serio, aggiunse che la valvola di sicurezza degli stregoni era che - una volta focalizzati gli occhi sull’intento non erano più interessati a ipnotizzare nessuno.

«Ma» continuò «perché gli stregoni possano usare lo scintillìo degli occhi per spostare il proprio punto d’unione o quello altrui, devono essere spietati.

Cioè devono conoscere quella particolare posizione del punto d’unione detto il luogo della non pietà.

Questo vale specialmente per i nagual.» Raccontò che ogni nagual sviluppava un tipo di spietatezza particolare solo a lui.

Prese il mio caso come esempio e disse che, per la mia instabile configurazione naturale, apparivo ai veggenti come una sfera di luminosità non composta da quattro globi compressi in uno - la struttura solita dei nagual

- ma come una composta da solo tre globi compressi.

Questa configurazione mi faceva automaticamente nascondere la mia spietatezza dietro una maschera d’indulgenza e di trascuratezza.

«I nagual sono molto fuorvianti» proseguì don Juan.

«Danno sempre l’impressione di essere quel che non sono, e lo fanno con tale perfezione che chiunque, perfino chi li conosce meglio, crede alla loro mascherata.» «Io non capisco, don Juan, come tu possa affermare che io mi sia mascherato» protestai.

«Ti spacci per un tipo indulgente, calmo e rilassato.

Dai l’impressione di essere generoso, di essere molto compassionevole.

E tutti sono convinti della tua autenticità.

Sarebbero disposti a giurare che sei proprio così.» «Ma io sono così!» Don Juan si piegò in due dal ridere.

La direzione che aveva preso la nostra conversazione non era di mio gradimento.

Volevo rimettere le cose a posto.

Protestai con veemenza che ero sincero in tutto quello l che facevo e lo sfidai a portarmi un esempio del contrario.

Lui disse che io trattavo tutti forzatamente con ingiustificata generosità, dando a tutti la falsa impressione di apertura e disponibilità.

Risposi che io avevo un carattere aperto.

Rise ribattendo che, se fosse stato così, perché mai avrei dovuto chiedere, senza esprimermi con parole, alla gente con cui trattavo, di fare attenzione perché li stavo ingannando? Lo provava il fatto che quando non si accorgevano della mia tattica e prendevano per buona la mia pseudo-negligenza, io usavo con loro proprio quella fredda spietatezza che stavo cercando di mascherare.

I suoi commenti mi fecero piombare nella disperazione, perché non potevo controbattere.

Rimasi zitto.

Non volevo far vedere quanto fossi addolorato.

Mi stavo chiedendo cosa avrei dovuto fare, quando lui si alzò e fece per allontanarsi.

Lo fermai afferrandolo per la manica.

Fu un gesto istintivo da parte mia che fece trasalire me e ridere lui.

Si sedette di nuovo con un’espressione sorpresa.

«Non intendevo essere sgarbato» dissi «ma devo assolutamente saperne di più sull’argomento.

Mi turba.» «Fa’ muovere il tuo punto d’unione» sollecitò lui. «Abbiamo discusso in precedenza della spietatezza.

Fattelo tornare in mente!» Mi osservava sinceramente speranzoso, benché avesse visto che non riuscivo a ricordare nulla, e così continuò a parlare degli schemi di spietatezza dei nagual.

Spiegò che il suo metodo consisteva nel sottoporre la gente a un turbine di obblighi e rifiuti, celati da finta comprensione e ragionevolezza.

«E tutte le spiegazioni che mi hai dato?» chiesi. «Non sono il risultato di una ragionevolezza genuina e del desiderio di aiutarmi a capire?» «No» replicò.



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